Plu (Ceres)
Monte Plu - Sperone Grigio
Il Monte Plù (2210 m) è collocato in val d’Ala, la centrale delle tre valli di Lanzo. É una massiccia montagna dalla curiosa forma piramidale, visibile risalendo la valle già da Ceres. La parte alpinisticamente interessante è costituita da tre distinti crestoni che si staccano verso Sud dalla cresta Est: la Piramide, ad oriente, la Cresta Botto, al centro, e lo Sperone Grigio, ad occidente, inoltre la cresta Est dirama verso SE un marcato crestone detto Cresta della scuola, che termina nel vallone di Crosiasse.
La storia alpinistica del monte Plù risale agli anni 1920-‘30 quando alpinisti torinesi salirono verso queste rocce per migliorare l’allenamento, infatti inaugurarono la scoperta alpinistica del luogo salendo il crestone centrale, che chiamarono “Cresta Botto”. Nel 1935 fu salita la Piramide da una cordata guidata da G. Boccalatte, che in seguito fece un poco convinto tentativo allo Sperone Grigio in compagnia di G. Gervasutti. Intorno agli anni ‘50 G. Dionisi, grande estimatore della val d’Ala, aprì tre vie nuove alla Piramide.
Il problema più interessante della zona viene risolto nel 1950 quando M. De Albertis, P. e L. Fornelli salgono lo Sperone Grigio aprendo uno splendido itinerario di arrampicata libera, caratterizzato da passaggi logici ed eleganti.Questo itinerario, considerato la via classica, supera tuttavia il primo salto dello Sperone un po’ sulla destra.
Il problema del superamento diretto fu risolto solo nel 1967 quando U. Manera, A. Re, G.P. Motti, P. Fulgenzi, I. Pivano e P. Giglio realizzarono il percorso integrale dello Sperone Grigio, tracciando una magnifica via che per impegno e lunghezza ha poco a che vedere con le vie di “palestra”.
Nel 1972 U. Manera con alcuni compagni sale il gran diedro a sinistra dello Sperone Grigio e qualche anno dopo, in compagnia di F. Ribetti, traccia un elegante itinerario tra la via integrale e la classica, sul primo salto dello Sperone seguendo una linea di logiche fessure e lame verticali. Gli speroni del monte Plù vengono frequentati, come campo di attività didattica, dalla scuola di alpinismo Gervasutti, in particolare gli istruttori esplorano un crestone molto definito che si stacca dalla cresta Est e lo chiamano “Cresta della scuola”. La storia alpinistica giunge quindi a tempi più recenti, quando G.C. Grassi, E. Bonfanti e A. Morittu aprono sullo Sperone Grigio una via di tipo sportivo che sale le ripide placconate che costituiscono il filo di spigolo del primo ripido salto.
Lo Sperone Grigio si origina dal canalone del Plù e, dopo un primo arditissimo salto, prosegue con andamento slanciato ed elegante fino ad un colletto, al quale giunge il ripido canale roccioso ed erboso a destra dello sperone; da questo colletto lo sperone prosegue ancora con un paio di salti che adducono alla cresta terminale.
L’ambiente è estremamente selvaggio, caratterizzato da ripidi canaloni, enormi lastroni rocciosi e spigoli geometrici, che rendono questa zona del monte Plù uno degli angoli più suggestivi delle valli di Lanzo.
La roccia è ottima e ricca di appigli, questo permette un’arrampicata libera su appoggi netti e sicuri, su terreno verticale ed in grande esposizione; inoltre è sufficientemente fessurata ed articolata da garantire buone possibilità di protezione. Una caratteristica particolare è la presenza di lame staccate, dai bordi netti, dove è necessario ricorrere alle tecniche di incastro e Dulfer.
L’unico fatto negativo è la forte scivolosità in caso di pioggia.
I periodi più adatti per arrampicare sono l’autunno e la primavera, quando il paesaggio del Plù assume un aspetto straordinario per la vasta gamma di colori dei fitti boschi alla base degli speroni. Comunque si può anche arrampicare nelle giornate più miti dell’inverno, giovando dell’ottima esposizione a Sud delle pareti. Si sconsiglia l’estate poiché fa troppo caldo.
Recentemente sono state rivalutate le vie dello Sperone Grigio, proprio per la loro particolarità, vale a dire quella di essere vie di palestra, ma di retaggio piuttosto alpinistico, dove occorre sapersi destreggiare con nuts, friends, chiodi e martello e, tra l’altro, in un ambiente più vicino alla “montagna” che alla falesia.
Ci si è ispirati, almeno in linea di principio, a quanto è stato fatto sulle vie storiche, ben più famose e frequentate, della valle dell’Orco (Caporal e Sergent), dove sono state attrezzate a fix soltanto le vecchie soste. In quest’ottica i ripetitori hanno a disposizione soste e calate sicure tra le quali occorre proteggersi in modo “tradizionale”, quindi le vie acquistano in sicurezza senza perdere il loro carattere.
Il primo intervento è stato quello pulire e ritracciare il sentiero di accesso, in particolare nel tratto lungo il canalone, dove l’invadente vegetazione aveva cancellato ogni traccia di passaggio; in seguito, “armati” di solidi fix e trapano, si è riattrezzato le vie, nell’intento di renderle più attuali e frequentabili anche da coloro che sono puri estimatori del luogo.
Alla resa dei conti quindi lo Sperone Grigio oggi offre:
2 vie di stampo tradizionale: la via Classica e la via Integrale, attrezzate soltanto alle soste con 2 fix e maillon, nel caso delle soste di calata.
1 via di tipo misto: la via Manera-Ribetti, attrezzata a fix alle soste e parzialmente lungo i tiri (per opera di Patrizio Pogliano e Massimo Costa).1 via di tipo sportivo: la via Superplus, completamente riattrezzata cambiando ed integrando i vecchi spit presenti.
Tutto questo in un ambiente estremamente selvaggio e suggestivo, che per la sua unicità merita sicuramente una visita.
Il CAI di Lanzo ha offerto il materiale (fix 10 mm ed Elio Bonfanti, che gentilmente ha fornito il trapano ed i fix inox 10 mm per riattrezzare completamente la via da lui salita); tutto il lavoro è stato fatto da soci della Sezione.
Accesso:
Da Chiampernotto (941 m) attraversare la frazione e seguire un sentiero che con alcuni tornanti si alza su una pietraia sotto alcune balze rocciose. Piegare seguendo il sentiero verso sinistra che porta ad una piccola frazione, Monaviel.
Seguire verso Ovest ossia verso la testata della Val D’Ala (sx), costeggiando un rivoletto per l’irrigazione si raggiunge così il fondo del Canalone del Plu, da cui è visibile lo sperone Grigio. Seguire un sentierino ottimamente attrezzato (recentemente ripulito e ritracciato dal CAI di Lanzo) ma verticale fino a giungere sotto un enorme blocco tavolare che sbarra l’accesso; salire sulla dx (corda fissa 6 metri) ed in breve si è alla base dello sperone (2 ore).