Sentiero del Pian dei Morti
Percorso estremamente lungo, che permette però di osservare tutti gli aspetti della montagna: il bosco, i prati che diventano pascolo, e sino all’impervia zona rocciosa. La meta è oltre il colle della Crocetta nel versante della valle dell’Orco, ove, si narra di una colossale rissa tra gli abitanti di Groscavallo e Ceresole.
Comune: | Groscavallo |
Zona: | Val Grande |
Località di partenza: | Rivotti (1452 m) |
Località di arrivo: | Pian dei Morti (2536 m) |
Difficoltà: | EE (Escursionismo difficile) |
Tempo di percorrenza: | 3 h 45 min |
Segnavia: | 321 + 520 |
Periodo consigliato: | Luglio - Settembre |
Dislivello in salita: | 1580 m |
Dislivello in discesa: | 300 m |
Il colle della Crocetta
Itinerario:
Si raggiunge la borgata Rivotti 1452 m con una strada asfaltata che parte a destra delle ultime case di Pialpetta.
Nei pressi delle case dei Rivotti sorge isolato in mezzo ai prati un bianco edificio in stile barocco: è la caratteristica chiesetta del borgo, nelle vicinanze vi sono alcune piazzole, a lato della strada, dove si può posteggiare. Si prosegue a piedi, dapprima sulla carrozzabile verso nord-est salendo alle baita del Crest 1533 m, poi lungo un dosso erboso ed infine con percorso quasi pianeggiante si giunge all'Alpe Invers 1647 m. Lungo tutto il percorso si trovano oltre ai segni bianco-rossi, i segnavia del GTA (grande traversata delle alpi) e della Via Alpina in quanto questo sentiero è stato inserito in questi progetti. Superato l'Alpe Invers, la mulattiera sale con alcune risvolte in un bel lariceto poi con un lunghissimo traverso che taglia a mezzacosta, in basso si può vedere il Gias Mazzocco, raggiunge su una balza il Gias di Mezzo 2092 m. La mulattiera si dirige verso est portandosi sul bordo destro del vallone (NB sinistra idrografica), passando nelle vicinanze del Gias del Burich per poi giungere al Gias Nuovo 2339 m. Si continua sulla sinistra orografica del vallone sotto una bastionata rocciosa fino a giungere in un pianoro dove si trova il lago della Vercellina 2488 m, incastrato tra le curiose rocce montonate. Il percorso prosegue salendo con alcuni tornanti, sempre sulla sinistra orografica, fino al colle della Crocetta 2641 m, così chiamato per la piccola croce di ferro che vi è stata collocata h 3,10. Dal colle si scende verso Ceresole in uno stretto valloncello con numerosi tornanti fino a giungere al Pian dei Morti 2356 m, dove avvenne questa sanguinosa rissa.
La leggenda del Pian dei Morti:
Il lago di Ceresole dal Pian dei Morti
In Val Grande, da Groscavallo, si sale al colle della Crocetta, a 2641 m e, dopo aver ammirato lo stupendo panorama sul Gran Paradiso, Ciamarella, Bessanese e sul lago di Ceresole, si può scendere attraverso lo stretto intaglio verso la Valle dell’Orco, fino ad incontrare un po’ sotto il colle un altopiano: il Pian dei Morti.
Lì, intorno al 1720-1730, si svolse una tremenda lotta. A quell’epoca tra gli abitanti di Groscavallo-Bonzo e Ceresole non correva buon sangue.
Troppe liti per questioni di proprietà su cappelle e pascoli e le risse durante pubbliche feste avevano creato un odio profondo tra gli abitanti dei tre paesi.
Si racconta che gli abitanti di Bonzo e Ceresole si coalizzarono contro gli abitanti di Groscavallo, ed andarono a rubare le campane della loro parrocchia. Quando il sagrestano andò a tirare le funi per far suonare le campane, si trovò con le funi cadute a terra e, alzando lo sguardo, trovò il campanile vuoto, senza più le campane. La notizia fece velocemente il giro del paese. Gli abitanti si riunirono per discutere dell’accaduto e subito il sospetto cascò sui “nemici”. Vennero notate alcune “tracce”, e si capì che i rapitori delle campane avevano preso la via per Ceresole. Gli uomini del paese si armarono e partirono immediatamente, decisi a raggiungere i loro nemici al più presto, togliere loro, anche con la forza, le campane per rimetterle al loro posto, sul vecchio campanile di Groscavallo. Intanto i rapitori procedevano lentamente, il peso delle campane era notevole e la salita dura. Raggiunto il colle, discesero un pò verso Ceresole e raggiunto l’altopiano posto sotto il colle si fermarono a riposare. Qui furono raggiunti dagli uomini di Groscavallo.
Il Pian dei Morti
Si accese una violenta rissa, una vera e propria battaglia: le campane giacevano lì come abbandonate, perché ai contendenti interessava di più, in quel momento, regolare i conti tra loro. Ci furono parecchi morti da entrambe le parti, molto sangue fu versato, finché gli uomini di Groscavallo ebbero il sopravvento. Quando finalmente ritornò la calma sull’altopiano, gli uomini di Groscavallo presero le campane per riportarle al paese. Fu un ritorno triste, perché molti loro compagni rimasero lassù senza vita. Nei giorni seguenti gli abitanti di Groscavallo salirono mestamente al piano per prendere i morti e dar loro sepoltura in camposanto, non volendo che le loro anime “portassero pena” rimanendo in un luogo non consacrato. Da quel triste giorno quell’altopiano prese il nome di “Pian dei Morti”. Groscavallo volle ricordare l'episodio e sul lato del campanile, rivolto verso la montagna, della chiesa nuova mise un tavolato che chiudeva il vano dietro le campane, ma al tempo stesso serviva anche a rendere più difficoltoso l'asporto delle campane se qualche malintenzionato voleva ripetere l’impresa. E, quando la chiesa fu rifatta, intorno al 1851, gli abitanti di Groscavallo vollero che il tavolato non venisse toccato, e così fu. Ma, per fortuna, dopo tanto odio e tanto sangue versato, la pace tornò sia in Val Grande che in Valle dell’Orco: il tavolato potrà tranquillamente cadere a pezzi, consumato dal vento, pioggia e neve; la sua funzione è terminata, non servirà più, le campane potranno suonare festosamente e far dimenticare questa triste vicenda.