Monte Civrari (2302 m)
Traversata completa delle punte e delle creste
Lunga e splendida corsa sul marcatissimo filo delle creste sommitali; si descrive un grande semicerchio (3,6 Km) che include le tre cime principali: La Punta della Croce (2234 m), la Punta Imperatoria (2302 m) e la Torretta del Prete (2264 m).
Pur non essendo né difficile né oggettivamente pericoloso, l'itinerario si svolge su terreno sovente ripido che, in alcuni punti, va superato con breve arrampicata. Questa traversata, vivamente raccomandabile, è quindi riservata agli escursionisti esperti e sicuri.
I tratti più impegnativi sono due: la salita all'anticima (2221 m) della Punta della Croce e l'affilata crestina fra la Punta Imperatoria e la Torretta del Prete. Se la montagna è innevata questi due punti vanno fatti con tutte le cautele.
Accesso:
Sorpassato Viù si scende alla frazione Fucine; qui si abbandona la strada per Lemie, si varca la Stura imboccando la via per il Colle del Lys. Con salita tortuosa si oltrepassa la grossa frazione di Colle S. Giovanni, si lascia sulla sinistra Bertesseno e si giunge alla borgata di Niquidetto.
Salita:
- Località di partenza: Niquidetto (1180 m).
- Tempo di salita: 5h (traversata completa).
- Difficoltà: EE (Escursionismo difficile).
Civrari - Vetta Punta della Croce (2234 m)
Portarsi alla chiesetta di Niquidetto (fontana) e imboccare dal suo fianco sinistro una mulattiera diretta a nord; fatti pochi passi la si abbandona per seguire un sentiero (si tratta del segnavia EPT-104) che s'innalza verso sinistra, supera una breve rampa erbosa e guadagna un ampio crestone prativo. Seguendo questo dosso si oltrepassa un tozzo pilone e subito dopo, ad un bivio, si prende la traccia bassa a sinistra. Il sentiero pianeggiante avanza di mezzacosta sul fianco rivolto a sud, che si fa boschivo, rasenta la base di roccioni in successione e raggiunge le crollanti Muande Costassa (1287 m).
Sempre avanzando parallelamente al solco del Rio Civrari, si attraversa la parte inferiore dei grandi prati sottostanti le Muande Freste poi, finalmente, salendo direttamente lungo il margine occidentale dei pascoli si raggiunge il sentiero superiore (1432 m).
Questo sentiero, con dolce mezzacosta verso sinistra, avanza verso la complessa mole del vicino Civrari; passa alla base dei primi dirupi e va ad attraversare lo sbocco di un severo canalone che s'innalza fiancheggiato da un'alta muraglia rocciosa. Sempre di mezzacosta, fra pietraie e canali alternati a macchie erbose, si appoggia gradualmente a sinistra, verso il rio principale, fino a superare un tratto su roccia viva e piuttosto ripida (8 metri, alquanto esposto, facile ma da passare con cautela); si esce sulla sponda sinistra idrografica del Rio Civrari (1680 m).
Il laghetto del Civrari ghiacciato
Seguendo da vicino il torrentello si penetra nel vero anfiteatro del Civrari; dopo circa 15 minuti di facile salita si guada il rio (ultima acqua sicura) e si bordeggia la destra idrografica avanzando fra banchi di roccia affiorante. Giunti ad un piano abbastanza ampio, si piega a sinistra; a 50 metri dal rio si incontra il Laghetto del Civrari (1956 m). Il minuscolo specchio d'acqua, pochissimo profondo, giace al piede di un'alta scarpata di ghiaioni e la neve lo ricopre fino all'inizio dell'estate. Volgendo a sinistra si taglia, con una mezzacosta in leggera salita, il pendio abbastanza ripido fino a guadagnare un vicino crinale semi erboso. Esso appartiene alla notevole cresta che scende, con direzione nord-est, dall'anticima (2221 m); in basso la cresta termina con la vistosa gobba (1763 m), assai dirupata.
Risalire facilmente il filo di cresta, che diventa stretto ed erboso, fino alla base del tratto superiore decisamente ripido. Destreggiandosi fra le zolle erbose e roccette ben gradinate (qualcuna instabile) vincere questa impennata; l'uscita, facile e dolce, si congiunge alla cresta sommitale 20 metri a sinistra dell'anticima. Il tratto non facile del crinale può essere evitato sul suo fianco sinistro, meno impegnativo.
Salita al Civrari
Dall'anticima, contraddistinta dai resti di un grosso ometto, si continua verso destra; si segue il sottile filo di cresta, quasi aereo ma facile, dominando l'alto pendio meridionale striato di caratteristici canali; si raggiunge così la Punta della Croce (2234 m).
Questa cima molto panoramica rappresenta un nodo di creste; la sua lunghissima cresta sud (5 Km) arriva fino alla Roccasella (1508 m).
Si scende verso ovest: il crinale è ripido ma il passaggio breve e facile. Conviene abbandonare la cresta, perché a saliscendi, preferendo il sentiero che taglia il fianco destro; raggiungere la netta depressione della Bocchetta (2170 m).
Riprende la salita sul largo crestone di terriccio, pietrame e magre erbe; con semplice marcia si scavalca l'anticima (2290 m) poi, dalla depressione successiva, seguendo la stretta e facile cresta di roccette (oppure il sentierino a destra), si raggiunge il punto culminante della traversata: la Punta Imperatoria (2302 m), sormontata dal grosso pilone in pietre.
Verso nord est, lontana e senza segnali, ma con spicco di vera cima, è visibile l'ultima vetta del Civrari; per raggiungerla si percorrerà fedelmente la sottile cresta rocciosa lunga 1 Km. Si progredisce, salvo rari e brevi tratti elementari, su roccette affilate e irte di spuntoncini; i fianchi della cresta, seppur di altezza modesta, sono ripidissimi e richiedono continua attenzione. Un passaggio, meno semplice degli altri, è la discesa del saltino che delimita l'ultima depressione a sud della Torretta; questa piccola difficoltà si può aggirare; 30 metri prima, scendendo sul fianco destro. Dall'ultima depressione (2220 m), per le facili rocce del crinale si raggiunge rapidamente la Torretta del Prete (2264 m).
Discesa:
Si prosegue verso est, sulla dolce cresta, scendendo agevolmente al vicino cocuzzolo erboso (2230 m). Qui il crinale si sdoppia in modo poco chiaro: seguire la crestina sulla destra, abbastanza marcata, raggiungendo una vicina prominenza di roccette. Pure il nuovo crinale si allarga e diventa confuso: non lasciarsi attirare a destra, seguire invece il lato sinistro dove s'incontrano alcune pietraie. Con discesa non breve si incrocia il sentierino orizzontale, poco marcato, a semicerchio delle creste del Civrari e inizia la discesa verso le Muande Freste.
Si segue il sentiero che scende obliquo a sinistra; esso attraversa il pendio rivolto ad oriente e raggiunge l'evidente cresta pianeggiante ed erbosa che si allunga fino al paesino di Col S. Giovanni. Il punto raggiunto è un colletto a 1820 metri che precede un risalto di rocce nere e screpolate. Abbandonata la cresta e il suo sentiero, si scende nei prati verso destra raggiungendo il casotto di una presa d'acqua (è la celebre Fontana del Toruj 1737 m). Si continua per tracce verso sud est, attraversando aperti pendii pascolivi dove s'incontrano altri due casotti dell'acquedotto; l'ultimo è vicinissimo alle Muande Freste (1432 m) dove ci s'innesta nel sentiero normale.
Si arriva poi a Niquidetto in circa 25 minuti. In caso di nebbia è consigliabile interrompere l'escursione alla Bocchetta, oppure alla Punta Imperatoria, e scendere lungo la via normale.