Anello San Bernardo-Cappella del Bandito-Mulino Val-Cappella Madonna della Neve
Profilo altimetrico anello
Profilo altimetrico deviazione mulino VAL
Luogo di partenza: San Bernardo, frazione di Corio
Lunghezza sentiero: 6700 metri per l'anello più 3200 metri per la deviazione per il mulino VAL (andata e ritorno)
Dislivello in salita/discesa: 200 m circa per l'anello più 250 metri circa per la deviazione per il mulino VAL (andata e ritorno)
Difficoltà: E (escursionismo medio)
Tempo di percorrenza: 2 h più 1 h per la deviazione per il mulino VAL (andata e ritorno)
Facile percorso ad anello in Val Malone nei comuni di Corio e Rocca Canavese che ci porta ad ammirare due antiche Cappelle e una perfetta riproduzione, eretta negli anni 60 del secolo scorso, dei mulini olandesi.
Si parte da San Bernardo, frazione di Corio, si percorre una strada, prima su asfalto e poi sterrata e, poco dopo il superamento di una sbarra che non permette il passaggio agli autoveicoli, si giunge alla Cappella del Bandito. Proseguendo, sempre su strada sterrata, in circa 30 minuti si arriva alla Cappella della Madonna della Neve. Poco prima di arrivare alla Cappella, sulla destra, parte una sterrata che scende al Mulino Val (1 h andata e ritorno).
Per il ritorno prendere la strada sterrata che, rivolgendo le spalle alla Cappella, scende sulla destra. Poco dopo la strada diventa sentiero e ci riporta al punto di partenza.
Cappella del Bandito
Cappella del Bandito
È il lontano 1671 quando le comunità di Corio, Rocca e Levone deliberano di voler erigere una Cappella su un contrafforte delle montagne affinché il Santo, a cui essa sarà dedicata, li protegga dalle tempeste e da altre calamità.
Nel 1939 il Reverendo Domenico Obert commissiona un restauro della Cappella all’interno della quale era stata incoronata la statua della Nostra Signora della Pace.
La Cappella venne nuovamente restaurata dopo i danni provocati dalla seconda guerra mondiale.
Il 15 novembre 1944 avvenne infatti in questo luogo la “Battaglia del Bandito” tra le truppe tedesche situate nella zona di Forno Canavese e le brigate partigiane posizionate proprio sopra La Calma, frazione di Corio, che avevano l’obiettivo di difendere i numerosi compagni feriti e ricoverati a Piano Audi.
La Cappella del Bandito non rappresenta solo la meta di una piacevole escursione, ma un piccolo grande frammento della nostra storia.
Madonna della Neve
Madonna della Neve
Tra il confine di Rocca Canavese, Levone e Forno Canavese, in cima a una collina, è stata costruita la piccola Chiesetta bianca della Madonna della Neve dedicata, secondo alcuni racconti, al ricordo dell’incredibile nevicata verificatasi nel 365 ad agosto.
La chiesa è stata costruita nel 1673 a seguito della terribile peste che colpì il luogo; il primo martedì di agosto le persone dei paesi confinanti si riuniscono per celebrare la festa della Madonna della Neve.
Mulino VAL
Mulino VAL
Il Mulino Val di Forno Canavese è un edificio privato avente forma e dimensioni del classico mulino a vento olandese.
È una particolarità architettonica unica nel suo genere in territorio nazionale e la sua connotazione geografica lo rende paesaggisticamente inimitabile quanto a bellezza e colpo d'occhio.
L'idea di edificare tale manufatto in Canavese nacque dalla volontà di un imprenditore locale di rendere eterno il ricordo del proprio figlio, prematuramente scomparso in età giovanile. Al proprio figlio, amante del moto eolico dei mulini olandesi, il padre volle dedicare questo meraviglioso manufatto.
Per anni il Mulino, che trova allocazione nel punto più alto delle colline fornesi, ha osservato silenziosamente i suoi concittadini e non solo. Ha puntato lo sguardo alla volta dell'intero territorio canavesano, sino a scorgere i punti più lontani raggiungibili dal suo occhio vigile. Nato alla fine degli anni '60, ha assistito all'evoluzione sociale del territorio, riuscendo a rimanere ben saldo sulle sue fondamenta.
Scarica il tracciato GPS
- Dettagli
- Categoria: Sentieri ad anello
Sentieri ad anello
Una escursione ad anello trasmette a chi la percorre una sensazione speciale, quasi magica. Si ha infatti la sensazione di aver compiuto non tanto una camminata intorno a una montagna, ma un vero e proprio viaggio, dove ogni passo regala emozioni sempre nuove, dove le visioni e le prospettive non hanno niente di noto. È il fascino dell’eterno inizio, della continua scoperta e quando si torna al punto di partenza si assapora con la memoria il cammino percorso.
- Dettagli
- Categoria: Sentieri ad anello
Anello di Punta Serena
Profilo altimetrico
Luogo di partenza: Scalinata di fronte alla stazione di Losa, frazione di Pessinetto
Lunghezza sentiero: 10600 metri
Dislivello in salita/discesa: 610 m circa
Difficoltà: E (escursionismo medio)
Tempo di percorrenza: 3 h 50 min
Vetta di Punta Serena
Punta Serena si trova tra S. Ignazio e Chiaves. Dalla sua vetta, malgrado la sua modesta elevazione, si gode di un ottimo panorama.
L’escursione che si propone è un percorso ad anello di mezza montagna, indicato principalmente nelle mezze stagioni, soprattutto in primavera, per ammirare le coloratissime fioriture. Dalla stazione Losa di Pessinetto si raggiunge Chiaves e in seguito la panoramicissima Punta Serena. La discesa la si effettua sul versante di S. Ignazio da dove, percorrendo il “Sentiero dei Pellegrini”, si scende a Gisola e si rientra a Pessinetto.
Descrizione itinerario
Il percorso parte dalla scalinata che si trova di fronte alla stazione della borgata Losa. Si raggiunge e si supera la frazione Case Preus sino ad arrivare alla borgata Frutè dove si incontra la strada asfaltata che sale a Sant’Ignazio. Si svolta a sinistra e la si percorre in discesa per circa 200 m sino a trovare, sulla destra, il sentiero 335 con indicazioni per Monti-Chiaves. Percorrendolo, in breve, si arriva alla frazione Costa dove si svolta a sinistra sul sentiero 335 per Chiaves (quello di destra che arriva da Gisola si percorrerà al ritorno). Si segue il sentiero che, con una comoda salita tra boschi di faggi e castagni, tocca diverse baite e frazioni abbandonate.
Cappella di San Giacomo e San Giorgio
Con una bella scalinata con gradini di pietra si raggiunge la borgata Moiassetto e, poco dopo, si arriva a Chiaves, frazione di Monastero di Lanzo. Attraversata la frazione imboccare la strada asfaltata per Sant’Ignazio e percorrerla in piano per poche centinaia di metri sino a un piazzale oltre il quale, sulla sinistra, inizia il sentiero, indicato da una freccia, per Punta Serena. Si segue un sentiero che, uscendo dal bosco, segue la facile cresta che conduce sulla vetta contraddistinta da un grosso pilone votivo di pietre; da qui si gode un panorama a 360° su Chiaves, Sant’Ignazio e sulle montagne della bassa Valle di Lanzo.
La discesa la si effettua sul versante opposto, quello che guarda su Sant’Ignazio. Si segue una traccia che, dopo una ripida discesa, raggiunge un piccolo colle ed entra nel bosco. Seguire la traccia di sinistra che, in discesa, conduce alla borgata Il Casel e quindi a Tortore presso la Chiesetta dedicata a San Giorgio e San Giacomo. Svoltare a destra e seguire il sentiero che porta sulla strada asfaltata. Attraversarla e imboccare la stradina sino a trovare un pilone votivo da dove inizia la mulattiera per Gisola e per la frazione Costa; da qui, percorrendo a ritroso il tratto del sentiero già percorso in salita, si ritorna alla stazione di Losa.
Da Tortore, con una piccola deviazione, è possibile scendere alla borgata di Sant’Ignazio e risalire la stradina che porta al Santuario, ottimo punto panoramico sulla vallata.
Santuario di Sant'Ignazio
Santuario di Sant'Ignazio
Dall’alto della vetta del Monte Bastia, a 931 metri di quota, il complesso del Santuario di Sant’Ignazio di Loyola domina con la sua imponente mole l’accesso alle tre valli di Lanzo: Viù, Ala e Val Grande. La prima Cappella del Santuario venne costruita negli anni tra il 1628 e il 1635 e alla sua origine vi sono alcuni eventi ritenuti miracolosi. Si racconta che nel 1626 la zona venne infestata dai lupi che seminarono il terrore, sbranando alcuni animali e addirittura dei bambini. Venne invocato Sant’Ignazio e in suo onore si effettuarono novene e funzioni religiose. I lupi abbandonarono la zona e salirono verso i territori più elevati ed i contadini locali in segno di ringraziamento decisero di imporre il nome del Santo ai loro primogeniti e promisero di costruire una Chiesa sul Monte Bastia. Un altro miracolo racconta dell’apparizione del Santo ad una povera contadina ed a suo marito. All’interno del Santuario si trovano numerose opere d’arte. Sulla roccia, che rappresenta la vetta del Monte Bastia, si trova il gruppo statuario dell’apparizione di Sant’Ignazio. In una Cappella laterale sono conservati preziosi ex-voto datati dal settecento in poi che testimoniano la grande devozione dei fedeli che si recavano a Sant’Ignazio. Molti salivano a piedi al Santuario percorrendo in ginocchio la lunga scalinata, poi compivano la novena grande facendo nove giri attorno alla Chiesa e la novena piccola che si svolgeva attorno alla roccia, erano queste le occasioni in cui i devoti si rivolgevano al Santo per chiedere le grazie.
Scarica il tracciato GPS
- Dettagli
- Categoria: Sentieri ad anello
Anello del Monte Basso
Profilo altimetrico
Luogo di partenza: Lanzo Torinese parco del Ponte del Diavolo
Lunghezza sentiero: 16500 metri
Dislivello in salita/discesa: 900 m circa
Difficoltà: E (escursionismo medio)
Tempo di percorrenza: 6 h
Antico pozzo
Grazie al lavoro delle squadre forestali della Regione Piemonte, qualche anno fa, è stato aperto il tratto di sentiero che congiunge la Grangia Blina al Monte Turo e al Passo della Croce. Questa è l’ultima parte di un tragitto che chiameremo “Anello del Monte Basso” perché percorre all’andata tutta la cresta del Monte Basso e le sue pendici al ritorno. Il CAI di Lanzo ha segnalato alla Comunità Montana questo sentiero, quindi i volontari del CAI lo hanno evidenziato con bolli di vernice e rilevato con GPS. Sono quindi intervenute le squadre forestali che lo hanno reso perfettamente percorribile agli escursionisti. L’intero tracciato ha uno sviluppo di circa 16,5 Km e un dislivello in salita di circa 900 m.
Molto panoramico risulta il tratto della cresta: da un lato lo sguardo si estende sulla pianura fino alla collina torinese e alla Basilica di Superga, mentre dall’altro versante si può ammirare tutta la bassa Valle di Lanzo, da Germagnano a Ceres, con il Santuario di Sant’Ignazio che dall’alto domina sulla Valle. Molte sono anche le opere dell’uomo che si incontrano durante il cammino, manufatti che ci ricordano come queste zone un tempo fossero abitate. Tra tutte la principale è sicuramente il Ponte del Diavolo, simbolo delle Valli di Lanzo, ma non dobbiamo dimenticare quelle minori come l’antico pozzo nei pressi della Grangia Blina, il forno della Moujetta nel territorio di Castagnole, la Cappella di San Giovanni sull’omonimo Colle e il vecchio torchio a Pian Castagna.
Il ponte del Diavolo
Il ponte del Diavolo
Il ponte, attuale simbolo di Lanzo, fu costruito tra i fianchi dei monti Basso e Buriasco, in una stretta frattura della roccia. Alcuni sostengono che a monte di questo passaggio esistesse un grande lago che si estendeva fino a Germagnano ed oltre, e che la Stura, prima di scavarsi questa nuova via, anticamente defluisse dal lago nei pressi dell'attuale Torre degli Challant di Lanzo. Sorge tra le confluenze nella Stura dei torrenti Uppia e Tesso, che paiono quasi cingere i fianchi del monte su cui sorge il borgo antico. Posto allo sbocco delle valli nella pianura, esso ne rappresentava, non solo simbolicamente, la porta di accesso e di guardia.
Il ponte del Roc, altro nome con cui è conosciuto l'insigne manufatto, insieme ad altre opere di valore storico ed ingegneristico presenti nelle Valli, fu costruito nell'ambito del processo di ritracciamento e potenziamento delle vie di comunicazione, intrapreso dai principi sabaudi e dagli altri signori di quei territori. Nonostante l'intento di creare uno stato unitario che si estendesse dal Rodano all'Adda, i territori tendevano naturalmente a coagularsi in due entitā distinte, la cosiddetta Patria oltremontana a nord-ovest della catena alpina, e la Patria cismontana a sud-est delle Alpi. Appare cosė evidente l'importanza delle comunicazioni tra le due parti, comunicazioni che si sviluppano attraverso la Valle di Susa, la Valle d'Aosta e le intermedie Valli di Lanzo.
All'origine del ponte vi fu anche una ragione strategica locale: si rendeva infatti necessario poter disporre di una via di accesso alla pianura che fosse indipendente e svincolata dallo stato dei rapporti tra i principi sabaudi e gli Acaja, signori di Balangero, Mathi e Villanova, e i marchesi di Monferrato, signori di Corio. Occorreva quindi aprire una strada sulla destra orografica della Stura verso Robassomero.Il ponte inoltre risultava fondamentale per le comunicazioni tra la pianura e le Valli, nell'ambito delle quali, fino alla costruzione di un pių recente sistema viario, ricoprė ruolo centrale per il controllo dei traffici commerciali, per il passaggio di truppe, per l'isolamento della valli dai pericoli di guerre ed epidemie.
Cappella di San Giovanni
Scarica il tracciato GPS
- Dettagli
- Categoria: Sentieri ad anello