Seconda tappa Margone - Balme
Margone (1.410 m) - Usseglio (1.266 m) - Pian Venaus (2.000 m circa) - Colle di Costa Fiorita (2.500 m circa) - Colle Paschiet (2.435 m) - Laghi Verdi (2.154 m) - Balme (1450 m).
Tempo complessivo: 8 h 10 minuti. Dislivello salita: 1400 m. Dislivello discesa: 1400 m Difficoltà: E
Il lago Verde Inferiore
Altra tappa piuttosto lunga ed impegnativa ma di grande interesse. Si visitano luoghi suggestivi e di selvaggia bellezza (Vallone Venaus e Vallone Paschiet) passando sotto le rocciose pendici dell'imponente figura della Torre d'Ovarda (3.075 m). Nella parte centrale dell' itinerario (tra il Pian Venaus ed il Colle Paschiet) è consigliabile prestare particolare attenzione alla segnaletica ed al sentiero poichè si percorrono ripidi pendii erbosi e pietraie. Nella parte più alta dell' escursione possibilità di avvistare ungulati, soprattutto camosci. Dal Posto Tappa di Margone volgere a sinistra seguendo la strada asfaltata che attraversa il paesino ed incomincia poi a scendere verso Usseglio; si toccano così le altre borgate che costituiscono quello che è il più alto paese della Val di Viù. Passate le frazioni Crot, Villaretto e Cortevicio si arriva al capoluogo (1.266 m; 40 minuti). Si narra che l'ampio piano di Usseglio ospitasse anticamente un lago glaciale ed in effetti questa tesi è avvalorata dalla presenza, a valle del pianoro, dei resti di una morena (località Piazzette) che avrebbe trattenuto l'acqua. Una rovinosa frana sarebbe stata la causa dello svotamento dell'invaso. Tutta la zona era già anticamente abitata da popolazioni celto - liguri ed in epoca romana passavano per queste terre delle vie che conducevano nelle Ga llie (per il Colle dell'Autaret, 3.071 m, e per il Colle d'Arnas, 3.010 m); nei dintorni sono stati trovati anche numerosi reperti romani tra cui due are votive, monete e resti di sepolture. Un'ara dedicata ad Ercole si trova murata nella facciata dell'anti ca parrocchiale a Cortevicio, presso un porticato del '700 ormai cadente; la seconda, dedicata a Giove, è infissa nel muro della cappella di Piazzete sempre ad Usseglio. Queste are sarebbero state ritrovate lungo le antiche vie che portano in Savoia attraverso i già citati colli Autaret ed Arnas. In zona si trova anche la Cappella di S. Desiderio, risalente forse al VII secolo; si tratta di una delle più antiche testimonianze cristiane delle Valli di Lanzo. Dopo alcune centinaia di metri si lascia a destra un piccolo campo di mini - golf e, attraversato un ponticello in cemento, si va a sinistra abbandonando la carrozzabile per seguire una stretta stradina sterrata (cartelli indicatori). La salita porta a costeggiare, lasciandolo a destra, un muro costruito p er contenere le acque dell'impetuoso Rio Venaus (che porta gli evidenti segni delle ultime piene). Dopo un breve passaggio sul muretto stesso si entra nell'incassato vallone portandosi sulla destra idrografica del corso d'acqua per poi tornare poco dopo s ul la sponda opposta. La traccia si allontana progressivamente dal rio (verso destra) per iniziare a risalire, con strette e ripide svolte, il boscoso versante sinistro idrografico del vallone. Superata una zona caratterizzata dalla presenza di conifere (1 h 20 minuti circa) si affrontano ancora alcuni tornanti per poi volgere decisamente verso nord compiendo così un lungo diagonale ascendente che segue le ondulazioni del pendio, caratterizzato dalla presenza di numerosi canaloni. In questo tratto si trovano a nche delle piccole vene d' acqua. Attraversato un piccolo rio si volge leggermente a sinistra per risalire poi una faticosa dorsale; in breve si sbuca sul piccolo e panoramico Pian Venaus (mt. 2.007; 2 h 20 minuti). La traccia attraversa il piano dirigendo verso nord lasciando a destra i resti di una piccola costruzione; sono i ruderi del ricoveri dei minatori che, nei secoli passati, lavoravano nelle vicine cave. Si sale quindi lungo un valloncello laterale tra cara tteristiche guglie e torrioni in un aspro ambiente roccioso e selvaggio fino a raggiungere l'insellatura del Colle di Costa Fiorita (2.500 m circa; ampia vista sulla Valle di Viù ); di qui, proseguendo verso est per pascoli sassosi, si arriva ad un piccolo pianoro erboso dove si raggiunge la facile mulattiera che da Lemie, per l'Alpe d'Ovarda (1.890 m), porta al Col Paschiet (questa strada è la più facile e sicura in caso di maltempo o di cattiva stagione per scendere in Val di Viù).
Pian Salè
Salendo a sinistra lungo la mulattiera si passa ai piedi della rocciosa parete est della Torre d'Ovarda; si raggiunge così il Colle Paschiet (2.435 m; 5 h 40 minuti) che si apre verso la Val d'Ala mentre appare a sinistra (nord - ovest) la Ciamarella (3.676 m) con la sua bianca calotta. Si scende, incontrando alcuni nevai fin o a stagione inoltrata, verso i laghi Verdi tenendosi sul sentiero che corre sulla destra orografica del vallone. Si raggiunge il Bivacco Gandolfo e poco dopo il Lago Verde superiore (2.154 m) e inferiore (2.142 m). Risalito un colletto in ripida discesa s i lascia a destra il valloncello che scende dal Colle del Vallonetto (2.485 m).
Di lì, piegando a sinistra, si raggiungono e superano i casolari dell'Alpe Pian Buet (2.006 m). Il lago Verde inferiore
Pochi tornanti in discesa e si giunge nei pressi del Rio Paschiet (30 minuti circa dai Laghi Verdi). Si continua a scendere mantenendosi costantemente sulla destra idrografica del torrente.
Superati due alpeggi, si entra in un boschetto di radi larici. Si sbuca poco a monte degli alpeggi dell'Alpe Pian Salè (1.580 m) e dopo ave rli oltrepassati si supera un pascolo caratterizzato dalla presenza di un'enorme e bellissima roccia montonata. Raggiunto nuovamente il Rio Paschiet piegare a destra seguendo il corso d'acqua ed entrando in una zona boschiva; si attraversa poi il rio appr ofittando di un ponticello in legno arrivando così nei pressi della Borgata I Frè (1.495 m).Il piccolo villaggio, di origine medievale, fu abitato forse da un gruppo di minatori arrivati dalla Val Sesia. Volgendo a destra si percorre una stradina sterrata che in breve conduce alla Borgata Cornetti, altro antico insediamento. Dal piccolo piazzale andare a sinistra risalendo al centro del villaggio caratterizzato da antiche case in pietra per raggiungere Balme (1.450 m 2 h 30 minuti dal colle) ed il posto tappa situato in punta al paese.
Borgata I Frè
< style="text-align: justify;">Anzichè seguire la strada asfaltata è meglio prendere la mulattiera che va a sinistra risalendo ai prati sovrastanti, con sentiero pianeggiante si raggiunge il bosco e la cascata della Stura che viene attraversata passando su un ponte di legno. Arrivati alla carrozzabile andare a destra, in discesa, e dopo poche decine di metri, sulla sinistra, si trova il posto tappa. Prima della cascata si può godere della vista sul paese, sulle sue vecchie case e sul Rucias. Si tratta di un antico complesso di edifici rurali (abitazioni, stalle, fienili) in pietra che si erge su una balza rocciosa sovrastante la Stura. Venne costruit o da da Gian Castagneri alla fine del secolo XVI. Interessanti alcuni affreschi a carattere religioso dell'inizio del 1600. Sopra il Rucias si scorgono gli edifici del vecchio Albergo Belvedere - Camusot frequentato da alpinisti e personalità di spicco nella seconda meta dell' '800 e nei primi anni del '900.