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LA NOSTRA BAITA SAN GIACOMO PER SETTIMANE AUTOGESTITE


Immersa nella natura a 1400 mt di altitudine, con grandiosa vista panoramica sulla Val d’Ala...

Baita sociale

 

ECCELLENZA DI VALLE A VRÙ: ECOMUSEO MINIERA BRUNETTA


Un’antica miniera di talco trasformata in museo, con tutti i manufatti ancora visitabili...

Ecomuseo della Brunetta

ECOMUSEO DELL’ALPINISMO A LANZO

Una testimonianza della storia dell’Alpinismo nelle valli di Lanzo presso la sede del CAI di Lanzo ...

Ecomuseo dell'alpinismo 

Talco e industria

Galleria Ribassa (a sinistra)
primo ramo laterale
(a destra)

 

Nella miniera di Brunetta lavoravano 12 minatori, che giornalmente salivano a piedi alla cava di Vru.
Si lavorava tutto l'anno, anche d'inverno salvo in caso di eccezionali nevicate. In ogni caso, per ogni evenienza, nei pressi della cava si trovavano (e si trovano tuttora), alcune baite che servivano in caso di necessità come alloggio per i minatori.
Il materiale estratto dalle gallerie veniva portato a valle tramite una teleferica del tipo a "va e vieni".
Un percorso di pochi chilometri con alcune stazioni intermedie conduceva al fondovalle a Villa di Cantoira.
Ancora un breve tragitto su strada fino a Pessinetto, dove si trovava "la fabbrica" (tuttora esistente, anche se fatiscente), lo stabilimento in cui veniva lavorato il minerale, per poi essere infine spedito per ferrovia, tramite un raccordo ancor oggi esistente con la linea Torino-Ceres.

 

 

Il minerale talco

Il talco è un fillosilicato di magnesio costituito da silice, magnesio e acqua, che presenta i suoi tetraedri unendo i tre vertici in una maglia piana indefinita, da cui deriva la sua struttura lamellare.
Appartiene al sistema monoclino e non si trova mai in cristalli distinti, bensì in aggregati scagliosi, fogliacei, di colore bianco, bianco-verdastro, grigio o brunastro. Quando si rinviene in masse compatte, feltrate, di colore grigio-verde chiaro, prende il nome di steatite (il tipo delle Valli di Lanzo).
Dal punto di vista delle proprietà fisiche, il talco è tenerissimo (durezza 1 nella scala di Mohs), leggero e perfettamente sfaldabile in lamine sottili, flessibili, ma non elastiche. È traslucido, con lucentezza madreperlacea quando in lamine, grassa quando in masse. Untuoso al tatto, è cattivo conduttore di calore, insolubile e infusibile. La steatite è facilmente scolpibile e lavorabile al tornio.
Il talco è un prodotto di trasformazione metamorfica, in ambiente ricco d'acqua e a media temperatura di silicati magnesiaci (soprattutto olivina).

L'utilizzo del talco nell'industria

Il talco normalmente viene utilizzato nell'industria cosmetica, della carta, dei saponi, delle vernici, come lubrificante secco, come refrattario.
Il talco grigio della miniera Brunetta è stato impiegato nell'industria cartaria e in quella delle vernici.
Le Valli di Lanzo annoverano una ricca tradizione legata all'industria della carta.
In particolare, le cartiere erano collocate nei paesi di bassa valle - Lanzo, Germagnano e Cafasse - e utilizzavano il talco della ditta Possio: "questo tipo di talco è adoperato dalle cartiere per effettuare la cosiddetta carica della carta che è un operazione avente lo scopo di rendere la superficie della carta più unita, eliminandone la porosità. Si fa aggiungendo alla pasta di carta delle sostanze in acqua di caolino e altre sostanze" (V. Antonacci, Lo sviluppo economico del Comune di Lanzo Torinese negli ultimi venti anni, Tesi di laurea, a.a. 1966-67 Università degli Studi di Bari).
La materia prima utilizzata per la fabbricazione manifatturiera della carta era costituita prevalentemente dagli stracci, i quali dopo una cernita venivano lavati, asciugati e divisi in tre gruppi: fini, mezzani e terzi, corrispondenti a tre diverse qualità di carta e cioè: a) carta da scrivere di buona qualità; b) ordinaria; c) d'imballaggio. Dopo la prima fase di separazione, gli stracci selezionati subivano ulteriori operazioni e lavaggi. Nonostante la purezza delle acque che garantiva la pulizia dell'impasto, la carta non risultava bianchissima, per cui una pratica molto diffusa era quella d'introdurre nelle diverse fasi di lavorazione alcuni additivi che ne facessero aumentare il grado di biancamento e veniva appunto utilizzato il talco.

Il talco nei carrelli

Per la carta di buona qualità veniva utilizzato il talco bianco della Val Chisone e solo per quella di qualità più scadente veniva utilizzato quello grigio.
La Cartiera De Medici di Ciriè negli anni '60, si specializzò nei cartoncini. Venivano prodotti due differenti tipi di cartoncino: uno bianco e un altro bianco-grigio realizzato utilizzando talco scuro della miniera Brunetta.
Quest'ultimo tipo di cartoncino era di qualità inferiore, il talco scuro veniva acquistato ad un prezzo più basso. Il talco veniva utilizzato al posto del caolino, poiché dava un rendimento superiore. Inoltre, questo materiale favoriva la patinatura della carta dandole un aspetto lucido e liscio. Il cartoncino prodotto dalla cartiera De Medici veniva molto apprezzato all'estero, e veniva paragonato a quello svedese più pregiato in quanto veniva prodotto con cellulosa.
Il talco scuro della miniera Brunetta è stato utilizzato fino agli anni '60. Successivamente è stato sostituito dal carbonato di calcio che dà un livello di bianco della carta molto elevato a un prezzo molto più basso.
Il talco viene anche usato nella preparazione delle vernici. Ha diverse funzioni quali quella di regolare la brillantezza, di ridurre la colatura e la sedimentazione, di uniformare la penetrazione nei vari materiali, di assicurare porosità, di aumentare la bianchezza e il potere coprente e di migliorare la tenuta all'invecchiamento. Nelle Valli di Lanzo non sono presenti industrie che producono vernici, pertanto il talco estratto in questa zona veniva venduto a imprese al di fuori del territorio locale.



ft hp 03Un percorso interamente ad alta quota :

Tour della Bessanese 

Il Tour della Bessanese è un percorso circolare in ambiente di alta montagna (2200-3200 m.slm) con uno sviluppo complessivo di circa 32 km suddivisi in tre tappe.
La partenza può avvenire da uno qualunque dei tre rifugi del Tour (Ref. d'Averole, Rif. Gastaldi, Rif. Cibrario).
Il percorso del Tour si svolge nelle Alpi Graie Meridionali, al confine tra Italia-Francia, intorno all'Uja di Bessanese (3604 m) ed alla Croce Rossa (3566 m).

per saperne di più 

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